martedì 30 novembre 2010

Francesco Perilli intervistato da Re-volver

Francesco Perilli è stato intervistato da Luca Torzolini e Stefano Tassoni per la rivista Re-volver: "Francesco Perilli e il Neutralismo". Ho trovato l'intervista navigando sul web e, anche se un po' datata, ve ne propongo un estratto.

Re-volver: Perché hai deciso di chiamare la tua corrente artistica “Neutral-ism”?
Francesco Perilli: La mia più recente produzione artistica che ho definito Neutral-ism vuole essere una nuova avanguardia artistica, critica e propositiva, nel panorama dell’arte contemporanea. Essa è sostenitrice di un pensiero neoumanistico, che in forme diverse è appartenente ad ogni diversità culturale e perciò neutralista.

Re-volver: Come opera il neutralismo nel campo delle arti figurative? Cosa rappresenta l’opera neutralista?
Francesco Perilli: Non parlerei di arti figurative, piuttosto di espressioni artistiche degli individui. Il problema è piuttosto stabilire cosa è un’espressione artistica e cosa non lo sarà mai. L’opera neutralista è un’icona universale che pone in dialogo la natura e la materia con la ragione e la spiritualità. Vi si cela il germe del neoumanesimo sospeso tra opera e spettatore in attesa di un soffio vitale, al fine di riavviare alla vita un’arte diretta e calligrafa tendente a coniugare istinto e ragione insieme, a rappresentare le emozioni e i sentimenti nella loro autentica nudità, a stimolare nuove interrogazioni filosofiche sull’essere e sul divenire, per tentare di arginare la ormai incancrenita deriva dell’arte e del pensiero contemporaneo.

Re-volver: Cosa intendi per passato compresente al futuro? Intendi forse i famosi “Corsi e ricorsi storici” di vichiana memoria?
Francesco Perilli: Assolutamente no. Credo che il pensiero neutralista sia ben più profondo della banalizzazione vichiana dei corsi e ricorsi storici. L’azzeramento del tempo e dello spazio, delle funzioni e proiezioni direzionali dei reperti di ogni forma di vita, di graffi, di intelligenze o di cose fossilizzate e contenute nell’icona neutralista, vive una stagione nuova. Questa forma espressiva ha l’ambizione di porre l’artista-archeologo al di sopra delle parti pur conservando tutte le caratteristiche della propria appartenenza cultural-spirituale; Il neutralista si pone quale osservatore, pensatore e rappresentatore imparziale dell’esistito, dell’esistente e dell’”esistibile”(sic), divenendo esecutore “poliespressivo”(sic) e diretto delle proprie emozioni, pensieri e sensazioni, siano essi materiali o spirituali; ogni neutralista deve operare e pensare con obiettività e partecipazione emotiva, esso si esprime in maniera diretta e calligrafa in equilibrio tra il conscio e l’inconscio, immerso nelle riflessioni di complessità universalistiche e nelle profondità dei misteri e degli enigmi dell’esistere e del divenire. Egli opera e pensa in equilibrio tra il principio e la fine dei tempi: ispirato dalle mille e sacrosante diversità culturali viene illuminato dalle infinite e diversificate costellazioni dense di fiammelle spirituali.

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