lunedì 19 luglio 2010

Nel Paradiso di Pierino Tizzoni le ruspe non si fermano

Nell’ex regno di Pierino Tizzoni, l’imprenditore milanese che sul finire degli anni Sessanta realizzò l’insediamento turistico di Costa Paradiso, le ruspe non si sono ancora fermate, aggredendo le granitiche colline scolpite dal vento e divorando la macchia mediterranea. Le operazioni di sbancamento in corso sono al centro di un’indagine amministrativa da parte del comune di Trinità (Olbia-Tempio). Il sindaco Anna Muretti, il suo vice e assessore all’urbanistica Giampiero Carta e il capo dell’ufficio tecnico, l’ingegner Giovanni Antonio Pisoni, sono in fibrillazione per un esposto del Grid, il gruppo di intervento giuridico e amici della terra, che ha segnalato “urbi et orbi”, compresa la procura della Repubblica gallurese, uno gigantesco sbancamento in corso a Costa Paradiso, in una zona che si suppone rientri tra quelle incluse nel Sic, il sito di interesse comunitario, quindi protetto.
«Abbiamo già predisposto un apposito sovralluogo – dice il sindaco – che sarà effettuato nelle prossime ore dai funzionari dell’ ufficio tecnico e dal comando dei vigili urbani. Le uniche opere autorizzate – spiega ancora il primo cittadino – sono relative ad alcuni lotti soggetti a precise disposizioni di intervento e di impatto ambientale. Qualunque difformità da quanto predisposto e autorizzato dai nostri uffici comporterà, se accertato, il blocco dei lavori». Sin quì l’amministrazione comunale, che si trova da decenni a lottare tra l’incudine degli ambientalisti e il martello degli speculatori edilizi che, forti di una lottizzazione approvata nel 1967 e riconfermata nel 1982, ha spalmato su Costa Paradiso qualcosa come mezzo milione di metri cubi di cemento, sotto forma di villette e mini residence. Un piccolo master plan realizzato in quarant’anni che lascia ancora alcuni spazi di intervento, circa 77mila metri cubi, alcuni dei quali ricadenti nell’area Sic. Lottizzazioni regolarmente autorizzate anche da un recente studio di incidenza approvato dall’assessorato regionale all’ambiente a patto che vengano rispettate quote, vegetazione e siti di particolare pregio paesaggistico e ambientale. In pratica l’intero compendio di Costa Paradiso, caratterizzato da sculture naturali create nei millenni dall’erosione del vento e sotto l’azione della salsedine. Per sapere se l’ennesimo intervento delle ruspe non abbia violato le rigide disposizioni dell’ufficio tecnico non resta che attendere l’esito del sopralluogo.
(da La Nuova Sardegna)

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